Mato
Di primo acchito sembrerebbe un’accozzaglia di tanti ingredienti, ma il risultato è un piatto unico. Il segreto di questa ricetta tipica della Valle Maira è la cottura lenta nelle caratteristiche teglie in terracotta e il giusto dosaggio dei sapori. Gli ingredienti sono quelli a disposizione in alpeggio.
Difficoltà: Media |
Ingredienti• 8 patate |
Preparazione
Lessare le patate con la buccia in abbondante acqua salata. Nel frattempo preparare gli altri ingredienti. Sbucciare la zucca, tagliarla a fettine e farla stufare in tegame con 30 grammi di burro finché sarà morbida. Affettare finemente i porri, farli appassire in 30 grammi di burro per un quarto d’ora finché saranno cotti senza però seccare. Lessare il riso in acqua salata per 15 minuti quindi scolarlo e metterlo da parte. Quando le patate saranno cotte, sbucciarle, passarle allo schiacciapatate e far cadere il purè in una terrina; unire i porri, l’erba di San Pietro tritata, sale, pepe e noce moscata. Aggiungere un decilitro di panna, una noce di burro e amalgamare bene. Ungere di burro una teglia di terracotta e stendere uno strato di patate e porri, sistemarvi sopra uno strato di riso, bagnare con la rimanente panna e allargare uno strato di zucca. Spolverizzare di formaggio grattugiato e ricoprire con un ultimo strato di patate e porri. Terminare con altro formaggio grattugiato e deporre qua e là sulla superficie qualche fiocchetto di burro. Cuocere la mato in forno a 180° per 50 minuti e servirla calda.
Mat, in piemontese, indica una persona originale, bizzarra, simpaticamente estrosa. “Mat ma na siola” è l’epiteto bonario perché la cipolla fa piangere senza motivo, o forse perché ruota a mo’ di tòtu, l’antico gioco dell’infanzia. Forse nasce così il nome della mato, torta matta per eccellenza.