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Cartignano

Castello Berardi

Castello BerardiNel 1340 il marchese di Saluzzo Tomaso II stacca dal territorio di Dronero le borgate di Cartignano e di Zoardo infeudandole a Giacomo Berardi di San Damiano. Il Castello è menzionato per la prima volta, stando alla
documentazione conosciuta, solo il 9 dicembre 1477, quando Guglielmo Il Berardi di San Damiano e Costanzone, ricevono il giuramento di fedeltà degli uomini di Cartignano e Zoardo all'interno del castello stesso. Ne conseguirebbe che l'edificio sia sorto tra il 1453 ed il 1477 ed i committenti dei lavori dovrebbero essere Gaspare e Guglielmo II.
Il Castello sembrerebbe quindi risalire al quinto o al sesto decennio del XV secolo, anche se non
si può escludere che alcune parti, forse più antiche, siano frutto di un riutilizzo.

Castello Berardi segreteLo stato attuale dell'edificio, la scomparsa del fondo archivistico storico del comune di Cartignano, distrutto durante gli eventi bellici dell'ultimo conflitto mondiale, la scarsità di documenti, permettono di ricostruire solo a grandi linee la nascita e l'evoluzione architettonica del maniero. Si sono infatti susseguiti, nel corso dei secoli, diversi cantieri di rinnovamento e trasformazione del complesso. Inoltre l'edificio sembrerebbe sorto dall'aggregarsi di più corpi di fabbrica che, col tempo, sono stati uniti tra loro.

Claudio Cambiano di Ruffia il 13 maggio 1609 acquista il castello e le altre proprietà dei Berardi
da Imberto, ultimo discendente di questa famiglia. I nuovi proprietari, con il passare degli anni apporteranno modifiche all'aspetto della costruzione.
Nel giugno del 1817 il notaio Emanuele Massimo contratta con il conte Carlo Asinari di S.Marzano, marito di Cristina Cambiano di Ruffia, l'affitto di tutte le proprietà e dei beni di Cartignano, compresi il castello ed il mulino. Nel 1821 il conte cade in disgrazia, per aver partecipato al moto carbonaro del marzo di quell'anno, per cui la moglie, il 18 dicembre, è costretta a vendere, per 20.000 lire, il maniero, i beni ed i diritti feudali ad Emanuele Massimo. Il 16 dicembre 1895 Matilde, figlia di Giovanni Massimo, si era sposata con Enrico Eugenio Farina. Anche la famiglia Farina, come in precedenza aveva fatto la famiglia Massimo, ha apportato modifiche e migliorie al castello secondo il proprio gusto. È noto che il 30 luglio 1944 i locali
interni del castello, così come molti edifici del paese, sono stati devastati da un incendio appiccato
dai soldati tedeschi. Poco prima del 1968 il nuovo proprietario, Giuseppe Olivero, commissiona
diversi lavori di manutenzione indispensabili per rendere usufruibili i locali.

Dentro le mura

example graphicAII'interno del castelIo risulta presente una sola stanza con decorazIoni ad affresco, posta al piano terra. Sulla parete est ci sono tracce di due scene dipinte i cui soggetti non sono decifrabili, una è posta sopra il camino, mentre la seconda è tra quest'ultimo e la bifora di destra. Nella seconda parte del locale, corrispondente alla torre
quadrilatera di nord-est, i frammenti pittorici sono più consistenti.
Sul lato di sinistra rimangono due riquadri sui quali è possibile
riconoscere la raffigurazione dell'adorazione dei pastori. Sulla parete a settentrione, compaiono a sinistra Le nozze di Cana, a destra La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Infine sul lato est sono presenti altri due riquadri, solamente il secondo è interpretabile, grazie
ad una vecchia fotografia, come il Sacrificio di Isacco. Il vano scala posto vicino al torrione cilindrico
di sud-est è caratterizzato da capitelli in pietra e pilastri in mattoni rivestiti di malta cementizia imitante blocchi lapidei squadrati rifiniti con la bocciarda. I capitelli mostrano una decorazione a bassorilievo a motivi vegetali: spighe di grano, foglie di edera, di quercia e ghiande.
Su alcuni sono scolpite delle armi. Due di queste, sebbene molto abrase, sono relative ai Farina.
Su un altro capitello si scorge la seguente scritta in caratteri gotici: MCMI. Ciò significa che la scala è stata rifatta o realizzata ex novo su committenza dei Farina nel 1901. In epoche antiche era presente anche una Cappella ora non è più esistente, essendo andata distrutta con l'incendio del 1944.

Informazioni

PERIODO DI APERTURA

È possibile visitare il castello anche fuori dall'orario estivo di apertura al pubblico.

PER INFORMAZIONI E COSTI

Cell. 348 6907975 - cartignano@rupapiemonte.it

Fonte:
Depliant fornito da UFFICIO TURISTICO IAT - Valli Grana e Maira

Per l'utilizzo di testi, foto o per informazioni scrivete a info@invalmaira.it.