La stagione dei bachi da seta
Tra le varie attività svolte dalla popolazione,
ad integrazione di quella prettamente agricola,
è da segnalare quella dell' allevamento dei bachi
da seta, praticato soprattutto in bassa valle per
via della presenza di alberi di gelso, le cui foglie
erano loro esclusivo nutrimento. La presenza di alcune filande nel dronerese e a Caraglio richiedeva materia
prima per produrre organzini di seta di un certo pregio.
La gente allevava quindi i bachi che venivano posti su appositi scaffali, in occitano chiamati
chafalcs, sui quali si sistemava uno strato di foglie di gelso. Verso la quarta settimana, si mettevano
dei rametti di erica (la bruera) su cui le larve adulte salivano e cominciavano a "sbavare" formando
il bozzolo, cocon, entro il quale rimanevano rinchiuse, compiendo la loro trasformazione in crisalidi
e in seguito farfalle. Nei setifici i bozzoli venivano fatti bollire per far sì che la crisalide interna
morisse senza iniziare il nuovo ciclo. I bozzoli, dopo essersi dipanati nell 'acqua bollente, venivano
messi ad asciugare ed il personale qualificato ne individuava i bandoli avvolgendo i fili di seta
sulle bobine. La stagione dei bachi per tradizione andava dal giorno di San Marco (25 aprile),
in cui si acquistavano i bachi, sino al giorno di San Pietro (29 giugno).
Il Racconto di Belliardo Giacomo detto "Cucciolo"
Il signor Giacomo Belliardo è di Dronero, ha scelto di allevare una piccola
quantità di bachi
da seta a scopo dimostrativo, per spiegare come una volta si svolgeva questo lavoro che
aiutava il sostentamento delle famiglie contadine.
Oltre alla passione per i bachi da seta Cucciolo ha un talento per costruire nidi e mangiatoie
per uccelli. Il ricavato delle piccole abitazioni per volatili lo devolve in beneficenza.