Marmora
Per antichi sentieri
Partenza da Borgata Vernetti. L’itinerario sale a partire da un ex albergo.
Da vedere il forno comune con il tetto in lose a doppio spiovente.
Un sentiero tra le case, dopo la fontana, conduce a quello che resta
della chiesetta, dedicata a San Giacomo, documentata nel 1730.
Costeggiando il Municipio e l’ufficio postale, in un prato si scorgono
i resti nascosti tra gli alberi di un’antica torre di guardia.
Si procede e si giunge al Santuario della Madonna del Biamondo.
Poco si sa su questa chiesa, che reca la data del 1719 riscritta in numeri romani in occasione
dei recenti restauri. Sicuramente più antico Il pilone votivo vicino al quale la chiesa è sorta:
su questo un affresco raffigurante la Madonna in trono con bambino, datato 1543, ben conservato
e incorporato in un altare ligneo.
L’itinerario prosegue per San Sebastiano. La quattrocentesca cappella racchiude un pregevole
ciclo di affreschi di Giovanni Baleison di Demonte e raffigura la storia dell’infanzia di Cristo
ed episodi della vita di San Sebastiano. Di fronte alla chiesa ci sono i resti di un mulino segheria
con uno dei tanti affreschi di Giors Boneto di Paesana dipinti tra il 1807/1808.
Caratteristica la casa con facciata a vela che sporge appena dal tetto, dove è stata appoggiata
una successiva costruzione. A Borgata Garino sono visibili portali in pietra e un’originalissima
bifora scolpita, murata sul fronte di una casa. A Borgata Tolosano la cappella è dedicata
a San Giorgio e Sant’Anna, come denunciano sulla semplice facciata i due affreschi del Boneto.
Anche qui pilastri rotondi, finestrelle in pietra ed una, splendida, interamente in legno.
Da notare il forno e la casa plurifamigliare.
In Borgata Urzio si trova il più bell’esempio di facciata a vela di tutta la Valle.
In mezzo alla piazza di Borgata
Reinero campeggia il forno, datato 1557. Di fronte, un curioso affresco raffigurante la Sindone. Belli i balconi in legno e una crocifissione del Boneto nella casa più bassa della borgata.
C'è poi la parrocchia dedicata a San Massimo, è in stile romanico-gotico; all’esterno presenta diverse immagini di santi attribuite a Tommaso Biazaci. All’interno conserva una struttura con volte a crociera. Murata in un angolo della chiesa si trova una piccola ara romana del I secolo d.c. dedicata a Metilio.
Ultimo ritrovamento un tabernacolo del XV secolo.