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Colle Bicocca,
piano delle Camoscere, Pelvo d'Elva


Colle Bicocca,  piano delle Camoscere, Pelvo d'ElvaDurata 3,00 h - dislivello 799 m

Dal Colle Bicocca (m 2285), si segue la mulattiera (tacche rosse
del segnavia T6) che volge verso ponente in direzione della vetta
del Pelvo. Oltrepassati i vicini ruderi del ricoverino ex militare (m 2296),
con saliscendi si lascia sulla destra la modesta cresta delle Rocce
del Pelvo e si raggiunge un bivio (m 2352): si trascura la traccia che
sale alla "vedetta", per seguire la frequentata mulattiera (segnavia T6)
che pianeggia verso sinistra (S) mentre tag lia pascoli e prati in una zona ricca di acque e sorgenti.
A 30 minuti dal Colle Bicocca si supera la fonte Matté (m 2372) e si prosegue al limite dei pascoli
della conca, ai piedi dei ripidi fianchi orientali del Pelvo. Oltre la Costa Pellonetti si contorna
un ampio vallone (conca del Lupo) incontrando una nuova sorgente (fonte del Lupo, m 2352,
ore 0,45), quindi si riprende a salire sino a superare la Costa Bella (m 2452, ore 1) dove
la mulattiera presenta alcuni tratti in frana. Ora il sentiero piega decisamente verso Ovest
continuando ad elevarsi a mezza costa nell'alto vallone di Gias Vecchio. Si tagliano così le pendici meridionali del Monte Camoscere ammirando da vicino la grande piramide del Monte Chersogno. Trascurate alcune tracce che a sinistra scendono nel fondo del vallone, si arriva al pianoro delle Camoscere (o piano del Vallonetto), presso il laghetto omonimo (m 2644) ed i ruderi di una caserma
(m 2663, ore 1,30 dal Colle Bicocca). L:ambiente è severo, dominato dalle falde del Monte
Camoscere a Nord, dalle giallastre pareti della Rocca Gialeo ad Ovest e dalla rocciosa piramide
del Chersogno a Sud. Nei pressi del laghetto inizia una traccia di sentiero che in una ventina
di minuti porta tra i massi ai piedi della Rocca Gialeo, ove spicca la lapide che ricorda Franco
Remondino
ed Erasmo Vivarelli, qui caduti nel 1931. Un abbozzo di altarino con croce in ferro
è riconoscibile ai piedi della parete. Lo stesso sentierino si inerpica poi per i magri pendii verso
la vicina vetta del Monte Camoscere (m 2926) facilmente raggiungibile tra rocce e sfasciumi.

Senza salire alla vetta il sentiero prosegue verso Nord sulla dorsale rocciosa, transitando presso
il Colle Camosciera (m 2899) oltre il quale si inerpica più ripido sullo spallone che adduce
alla vetta del Pelvo d'Elva (m 3064, ore 1,30 dal lago Camoscere). Dalla croce della vetta si gode
di uno spettacolare panorama sull'intero arco alpino meridionale dalle Cozie alle Marittime e sulla
pianura cuneese. Procede ora sull'ampio sentiero che piegando verso sinistra con un traversone
taglia la radura finale di un vallonetto e in dieci minuti raggiunge l'ampia insellatura del Colle
di San Michele (m 1935, ore 1,30 da Brione). Il valico si apre sulla dorsale che separa il profondo
e selvaggio vallone di Elva dalle soleggiate praterie della conca di San Michele di Prazzo,
ricche di borgate tuttora abitate dominate dall'incombente mole del Monte Chersogno,
visibile dal valico verso ponente. Dal colle una sterrata divalla nella conca di San Michele
fino alla borgata Cesani (m 1591, ore 0,40) dalla quale una rotabile asfaltata scende fino a Prazzo.
Verso Nord si sviluppano due sentieri: quello a sinistra conduce al Colle Passetti e al Colle
di Chiosso (ved. it. 41), quello a destra (G.T.A. e Percorsi Occitani) porta nel vallone del Gias
Vecchio alle borgate di Chiosso (offrendo l'opportunità di realizzare percorsi ad anello
con gli itinerari del Viol).

Bibliografia:
Nuova CENTOSENTIERI - La Valle Maira - Piera e Giorgio Boggia - Ed. L'Arciere

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