Libri, Film e Musica
La Val Maira e l'Occitania raccontata da autori, registi e musicanti.
Film
UN ANNO IN ALTA VALLE MAIRA Circa 50 giorni di riprese, sparsi tra tutte e 4 le stagioni, per circa 100 ore di materiale girato e una cinquantina di persone coinvolte, sono i numeri di Un anno in alta valle Maira documentario realizzato a cavallo tra il 2017 e il 2018 dalla Fondazione Acceglio, per la regia di Andrea Icardi ed il coordinamento di Francesco Revello e Carmen Valoti. Grazie alla collaborazione di Bruno Rosano, autore di numerose guide sulla Valle Maira, sono state riprese le zone più impervie e nascoste dell’alta valle, nella maggior parte dei casi con un drone, mentre grazie all’intervento del geologo Enrico Collo, guida turistica, sono state esaminate dal punto di vista scientifico le rocce e la conformazione dell’intero territorio. Il viaggio, nel documentario, parte dal museo “La misoun d’en bot” di Chialvetta, realizzato nel corso di oltre mezzo secolo da Rolando Comba, e continua attraverso le stagioni, da gennaio alla fine dell’autunno, passando in rassegna le caratteristiche dell’alta valle, dallo sci alpino sul monte Chersogno alle Cascate di Stroppia, dalle guglie affilate della Meja ai laghi di Resile e Robourent, dalla Torre Castello all’Oronaye, passando per l’allevamento di cavalli Merens di Fortunato Bonelli e le varie attività che si possono svolgere tra gli scenari incontaminati della valle. | |
LA TERRA BUONA Film ambientato tra la Val Grande e la Valle Maira. Tre storie vere. Che nella realtà non si sono mai incontrate. Ma che si incontrano in questo film. Quella di Mastro, un ricercatore costretto a fuggire dall'Italia per le sue idee poco convenzionali, quella di Gea, una ragazza alle prese con una battaglia fra la vita e la morte e quella del monaco benedettino PADRE SERGIO, scomparso nel Settembre del 2014 all’età di 84 anni. Noto per aver passato oltre 40 anni della sua vita in un monastero da lui stesso ristrutturato a Marmora (CN) in alta Val Maira. Nel corso della sua vita, Padre Sergio ha fatto nascere una grande Biblioteca fatta di volumi oggi introvabili, alcuni anche del 1.500. Più di 70.000 libri, ammassati e incastonati, come in un labirinto, fra le stanze del fatiscente monastero di Marmora. Oggi la sua Biblioteca è fra le più alte d’Europa (oltre 1500 metri d'altezza) e rischia di andare perduta. E' stimata in oltre 2 milioni di Euro di valore. | |
UNA QUESTIONE PRIVATA Film che i fratelli Paolo e Vittorio Taviani hanno liberamente tratto dal celebre romanzo scritto da Bebbe Fenoglio e pubblicato postumo da Garzanti nel 1963. La Valle Maira torna a fare da palcoscenico: molte scene del film sono girate qui. | L'ULTIMO ANNO... A ELVA Francesca quest’anno frequenterà l’ultimo anno della scuola primaria del comune di Elva, Francesca non ha compagni di scuola e le classi inferiori si sono esaurite negli anni, l’unica sua compagna è la maestra e l’unica allieva della maestra è Francesca. |
PIAZZATI - Maimàas Fitàas L'affitto dei bambini era il contratto stipulato fra la famiglia d'origine e la famiglia ospitante, in occasione delle innumerevoli fiere che si svolgevano sull'arco alpino. Monsieur Fribourg, storico di Barcelonette, il centro più importante della Valleè de l'Ubaye, ci conduce attraverso il paese, indicando la piazza dove fino alla seconda guerra mondiale si teneva il mercato dei bambini che arrivavano dalle valli Stura e Maira in Piemonte. L'Ubaye, più prospero delle confinanti valli italiane, aveva bisogno di mano d'opera, soprattutto di pastorelli per la custodia estiva delle greggi e di piccoli mulattieri per gli animali da soma. La fiera si teneva per quattro sabati nel mese di maggio. Bambini e bambine stavano allineati al fondo della piazza, in attesa dell'indice sulla testa del nuovo padrone… “Affittare” i propri bambini era prima di tutto una questione di sopravvivenza, una sofferta decisione, peraltro molto diffusa in tutto l'arco alpino. Spesso i Piazzàti passavano un'infanzia non semplice, i maschi tra monti e pecore, le femmine come servette in case di benestanti; tutti ricompensati però da un pasto caldo al giorno che a casa propria non poteva essere sempre assicurato. Il documentario raccoglie le testimonianze di alcune persone delle valli occitane della provincia di Cuneo che da bambini hanno lavorato, piazzàti presso famiglie che li incaricavano di svariati lavori e li caricavano di responsabilità. I loro volti segnati dall'età e dalla fatica e le loro parole ci aprono una porta sulla loro infanzia. La malinconia della lontananza dai genitori vissuta da alcuni si contrappone alla forza e sicurezza di sé che quell'esperienza ha dato ad altri, in un film dove più che cercare risposte si pongono interrogativi; sul senso dell'infanzia, della famiglia, del gioco e delle difficoltà, oggi come ieri. | |
IL VENTO FA IL SUO GIRO "Un film piccolo diventato un fenomeno nel panorama | |
I LIBRI SALVATI | |
TREKKING SUI PERCORSI OCCITANI DELLA VALLE MAIRA | |
LA STRADA DEI CAPELLI Nel ricordo di chi ha visto direttamente oppure ha sentito raccontare rivive l'epoca di Elva capitale della lavorazione dei capelli umani. Un'attività nata per necessità di trovare sbocchi economici al di fuori di quanto offriva il paese che pian piano è diventata un'eccellenza artigianale, quasi un'industria, senz'altro un segno di prestigio in tutto il mondo da Parigi a Londra, agli Stati Uniti. Sullo sfondo la strada di casa che scorre via percorsa così tante volte da chi se ne andava altrove per necessità portandosi Elva nel cuore. | |
PIRÓT FIET D'EN BOT - Bambini di ieri e di oggi in Valle Maira Piròt, ormai ottantenne, è nato e cresciuto a Ussolo, in alta valle Maira. L'ultima pluriclasse dell'alta valle lo invita a scuola, a Prazzo, per farsi raccontare qual'era la vita dei bambini di montagna ai suoi tempi. Piròt inizia così il suo racconto e i bambini, ascoltandolo, rivivono spaccati di vita d'un tempo. Un film di memoria e di evidente speranza, nato da una esperienza didattica della pluriclasse di Prazzo, nell'ambito di un progetto per la salvaguardia delle lingue minoritarie. Un progetto che ha coinvolto la gente dell'alta valle Maira che parla ancora "a nosto modo", il provenzale alpino, in uso in tutta la valle e insegnato tuttora a scuola. | |
ESTÓRIAS - Quattro vite raccontate in lingua occitana Temi universali come la religiosità, l'amore, la morte, il lavoro, la politica, il rapporto con gli altri e la natura vengono affrontati alla luce di un'occitanità che, pur non prescindendo dalla drammatica esplosione del vecchio mondo valligiano e dalla conseguente diaspora si pone come saggio e sereno punto di osservazione sull'esistenza. Il tutto amalgamato e armonizzato dalla lingua. Una lingua d'oc ricca e straordinariamente espressiva nella sua varietà. |